I PILOTI ALLA PROVA DEL DIALOGO TRA CORTI

In punto di lavoro aeronautico, nella specifica fattispecie riguardante la mansione del pilota comandante, con ordinanza interlocutoria 30.5.2018 n. 13678, la Cassazione sezione lavoro ha ritenuto che vi sia contrasto – quantomeno potenziale – fra la normativa di cui al DPCM 9 settembre 2008 che in attuazione dell’art. 748 comma 3 cod. nav. che stabilisce: “tenuto conto delle finalità di cui ai precedenti articoli si stabilisce che i piloti della Compagnia possono svolgere attività professionale fino e non oltre il compimento del sessantesimo anno di età” rispetto al Regolamento UE 1178/2011 che occupandosi della medesima materia stabilisce che: “solo con il raggiungimento del 65°anno di età il titolare di una licenza di pilotaggio non può operare come pilota di aereo commerciale”, altresì disponendo che nell’arco di età compresa tra i 60 ed i 64 anni è possibile operare quale pilota membro di equipaggio plurimo, a condizione che tale titolare sia l’unico pilota dell’equipaggio di volo ad aver raggiunto i 60 anni di età.

Rilevando contrasto tra le due normative la Corte ha sospeso il proprio giudizio sollevando pregiudiziale comunitaria affermando che anche qualora non si ritenesse applicabile il limite di età stabilito nel citato regolamento, la questione andrebbe valutata sotto il diverso punto di vista della discriminazione per età, ricollegandosi alla direttiva 78/2000 ed alla copiosissima giurisprudenza della stessa Corte di Giustizia sul punto.

Assennato&Associati è orgogliosa di condividere questo risultato che, per quanto costituisca solo una tappa intermedia, consente di vedere nuove possibilità di tutela e di contenzioso per i lavoratori di un comparto che è e rimane strategico sotto diversi punti di vista.

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